Rating: cerved
Il cerved group rating è un giudizio sintetico sul grado di solvibilità di un’impresa e valuta la capacità dell’impresa stessa di generare risorse sufficienti a ripagare i propri creditori. Il rating misura la probabilità che l’azienda valutata possa registrare in futuro un evento di default, ossia possa non far fronte alle proprie obbligazioni finanziarie.
È una valutazione del merito di credito di un soggetto assegnata da analisti specializzati, nella quale il giudizio degli analisti, supportato da informazioni e score quantitativi, è l’elemento prevalente. Si definisce invece score una valutazione automatica del merito di credito ottenuta grazie all’impiego esclusivo di modelli statistici.
Il cerved group rating utilizza le informazioni pubbliche e quelle proprietarie di cerved group sul soggetto analizzato, è espresso su una scala di 13 classi, è emesso su società non finanziarie italiane, può essere richiesto sia dal soggetto valutato che da terzi.
La metodologia di assegnazione del rating e i modelli statistici sono specializzati in funzione della dimensione e della forma giuridica del soggetto valutato, ciò consente di tenere conto del diverso profilo di rischio riscontrato, perché tendenzialmente aziende di maggiori dimensioni presentano in genere un livello di rischio inferiore.
Il modello di valutazione si articola in due distinte aree di analisi:
-le informazioni quantitative, costantemente aggiornate (quando compare un nuovo bilancio, segnalazione di pregiudizievole, nuovo protesto) e misurano il profilo di rischio economico finanziario e comportamentale dell’azienda;
-il giudizio qualitativo espresso dall’analista che si basa sull’esame di dati e delle valutazioni elaborate dal modello statistico, oltre che su dati quantitativi acquisiti da cerved rating agency.
La valutazione del modello statistico viene consultata dall’analista che esprime il suo giudizio, questo può differire marcatamente da quanto elaborato dal modello.
Le informazioni prese in considerazione sono principalmente bilanci aziendali, ovvero fonte di analisi del profilo di rischio economico-finanziario e circa le strategie aziendali, vengono consultati anche bilanci consolidati e relazioni semestrali; informazioni anagrafiche e societarie, eventi negativi ufficiali sull’impresa e sui soggetti correlati, regolarità dei pagamenti, scenari di settore storici e previsionali, rassegna stampa nazionale e locale.
Qualora il rating venga richiesto dall’azienda il set è arricchito di dati forniti dall’azienda stessa. L’analista valuta sia la disponibilità sia il grado di aggiornamento delle informazioni. Tutte le informazioni pubbliche sono costantemente monitorate.
La valutazione quantitativa è basata sul CeBi-Score 4 che fornisce una misura predittiva del profilo di rischio economico-finanziario dell’impresa, collocata nel suo settore di riferimento.
Il CeBi-Score 4 è composto da modelli specializzati per settore di attività, anzianità dell’impresa, numero di bilanci disponibili. Le principali aree di analisi sono: cash flow, redditività e qualità degli utili, peso degli oneri finanziari e servizio del debito, struttura finanziaria e composizione temporale del debito, equilibrio finanziario e liquidità, crescita, volatilità dei redditi e del cash flow, struttura operativa.
Vengono analizzate le caratteristiche anagrafiche e qualitative aziendali, si considerano l’area geografica, il settore di attività, la dimensione e anzianità dell’impresa, la composizione, il management, la plurilocalizzazione. Si tiene conto di eventi negativi come fallimenti, procedure concorsuali, protesti e pregiudizievoli. È l’analista a verificare l’adeguatezza delle variabili di input ed esprime una valutazione sulla capacità del valutato di stare sul mercato onorando i propri debiti.
Il processo di assegnazione del rating è il seguente: l’analista esamina le informazioni e verifica il valore dello score automatico e dei singoli grading, esprime la sua valutazione sul soggetto secondo protocolli normati in cui l’attenzione è massima circa il confronto fra il valutato e le tendenze settoriali, il giudizio espresso viene combinato con lo score attraverso un sistema di matrici di compatibilità che generano un rating preliminare, l’analista interviene con correzioni ed elabora il rating finale, questo viene a sua volta sottoposto al vaglio di un supervisore.
Tutti i rating sono sottoposti a monitoraggio e a revisione con cadenza annuale attraverso l’attivazione di trigger automatici a seguito dell’aggiornamento del set informativo, a seguito della ricezione di notizie circa eventi particolari da parte degli analisti.
Anche il modello di rating è sottoposto a un processo di verifica che ne valuta la stabilità nel tempo e la qualità della performance predittiva.
I rating di credito possono essere utilizzati per valutare debiti sovrani, titoli obbligazionari, imprese, istituzioni finanziarie, prodotti di finanza strutturata. I rating di cerved sono pubblici e riconosciuti a livello nazionale e internazionale (ESMA: European Securities and Markets Authority).
Le regole di Basilea spingono le banche a concedere crediti alle imprese che hanno un rating migliore, proprio perché il rating funge da garanzia. Vi sono 13 classi di rischio, dalla più rischiosa alla più sicura. Il database su cui si appoggia Cerved consta di bilanci dal 1982, informazioni camerali, dati ipocatastali registro del territorio, abitudini di pagamento, cassa integrazione, intervista alle imprese, notizie di stampa, gruppi di impresa, scenario macroeconomico. Nonostante la crisi l’Italia mantiene un nocciolo duro di società che meritano credito, tra cui molte PMI.
Qualora venga richiesta l’elaborazione di un rating da parte dell’azienda, essa dovrà fornire un bilancio, se non già depositato, un business plan e/o budget, un piano finanziamenti in essere, un prospetto centrale rischi, un elenco fornitori e principali clienti, i concorrenti principali, certificazioni e licenze, un organigramma, i cv delle figure chiave aziendali.
Il rating è composto da 3 sezioni principali:
-rating: comprende un rating alfanumerico, la probabilità di insolvenza, il giudizio complessivo di supporto e l’analisi tendenziale del rating
-informazioni: sezione in cui sono riportate le informazioni raccolte dall’analista da fonti interne cerved e dall’azienda
-valutazioni: valutazioni dell’analista in termini di punti di forza, di debolezza, circa il rating e la probabilità di insolvenza, indici sintetici, razionali qualitativi, commenti, analisi a scenario.
Il rating può agevolare per ottenere del credito bancario aggiuntivo, per rinegoziare durata e costi del proprio finanziamento, per trovare nuovi finanziatori, per ottenere condizioni più vantaggiose dai fornitori, per concludere accordi con partner esteri, per vincere gare d’appalto. È uno strumento che parla lo stesso linguaggio della banca, certifica il miglioramento di aziende che sono state ristrutturate con successo, la solidità e la capacità di onorare i pagamenti, è una sorta di passaporto internazionale.
Cerved interviene anche nel settore dei prestiti obbligazionari emessi da imprese italiane non quotate, detti anche Minibond. I maggiori clienti dell’azienda sono gestori di fondi o banche impegnate nella strutturazione e collocamento dei minibond, oltre ad essere impegnata in un promettente dialogo con investitori esteri.
CRIF: crif rating methodology
Per rating si intende un parere relativo al merito creditizio, inclusa la valutazione dell’affidabilità creditizia o giudizio sul merito di credito futuro (in termini relativi) emesso da CRIF in relazione ad un’entità, impegno di credito, un titolo di debito o un’obbligazione finanziaria assimilabile, utilizzando un sistema di classificazione in categorie di rating stabilito e definito. Esprime l’opinione di CRIF sulla capacità del soggetto di onorare pienamente e in modo puntuale le obbligazioni finanziarie. Esprime il parere di crif circa il livello di rischio dello strumento di debito e il tasso di perdita atteso in caso di default. Il rating può essere solicited, se richiesto dall’entità valutata o da un soggetto rappresentante, e unsolicited se non lo è. Ci sono diverse gradi di privatizzazione dell’informazione a seconda se si sceglie il rating solicited privato monitorato, aggiornato costantemente e fornito solo all’azienda in qualità di utente, rating solicited privato non monitorato, che non è aggiornato.
Qualora emergano circostanze potenzialmente impattanti sulla valutazione che richiedano approfondimenti, un rating viene posto in CreditWatch, ciò può implicare una sua revisione, in positivo, negativo o semplicemente in evoluzione. CRIF conta 17 classi di rischio.
Il processo di attribuzione consta di questi passaggi: verifica di possibilità di emettere un rating sulla controparte, acquisizione di dati e informazioni necessarie, analisi del business risk e del financial risk, predisposizione della proposta di rating da parte di un analista del Corporate Ratings Department, emissione del rating deliberato dall’organo competente.
L’emissione del rating prevede l’analisi di diversi ambiti quali overview, business risk, financial risk. Per ogni ambito è previsto un percorso di valutazione che parte dall’esame della documentazione a disposizione di CRIF, completata da integrazioni e incontri con figure chiave dell’impresa. Vengono analizzate inoltre la mission aziendale e la sua strategy, la storia dell’impresa e la sua evoluzione, chi sono le figure chiave e il perimetro di gruppo.
L’analisi del business comprende il rischio in termini di fattori strutturali e congiunturali, le prospettive e il potenziale impatto sulle performance del soggetto valutato, il settore di attività dell’impresa, il posizionamento competitivo e il grado di pressione concorrenziale, le strategie di business in termini di coerenza, la trasparenza. Fattori chiave sono anche l’equilibrio della struttura finanziaria, la politica dei dividenti e le strategie di crescita e la capacità dimostrata di condurre l’impresa e affrontare situazioni di criticità. L’analista valuta il rischio finanziario al fine di rappresentare l’andamento economico, patrimoniale e finanziario della società. Attraverso l’analisi e la consistenza dei flussi di cassa, dei principali indici finanziari, delle fonti di liquidità, si determina la sostenibilità finanziaria della società e la sua possibilità di onorare impegni futuri.
LA PROSPETTIVA DELLE BANCHE:
l’accordo di Basilea è l’accordo sui requisiti patrimoniali delle banche, illustra la metodologia che devono adottare per calcolare i propri requisiti patrimoniali minimi in relazione ai rischi inerenti la loro attività. Ogni volta che la banca concede un prestito è necessario che accantoni un parte del suo patrimonio qualora si verifichi la possibilità che il prestito non venga rimborsato. L’accordo di Basilea nasce nel 2008 per garantire maggiore solidità ed efficienza al sistema bancario, prevede la possibilità di valutare più accuratamente il rischio di un singolo prestito e di differenziare gli accantonamenti patrimoniali in funzione della sua rischiosità.
Ogni banca costituisce un proprio sistema di valutazione scegliendo fra il metodo standard e un metodo basato sui rating interni (IRB), nel secondo è la banca ad attribuire, attraverso i propri modelli d’analisi autorizzati da banca d’Italia, un rating all’impresa. Ovviamente anche per le banche il rating è uno strumento essenziale nella valutazione del profilo del rischio di credito.
I fattori di rischio sono: la probabilità di insolvenza del creditore, la perdita attesa nel caso di insolvenza, ovvero la misura della parte di credito che la banca pensa che sia possibile perdere nel caso di insolvenza al netto dei recuperi, l’esposizione al momento di insolvenza e la vita residua del debito.
Nella determinazione del costo di finanziamento devono essere considerati i costi di funding, quelli interni di gestione, valutazioni di carattere commerciale, il costo della perdita attesa e il costo della perdita inattesa (detta anche costo del capitale assorbito). I dati di bilancio più importanti per le banche sono il grado di indebitamento, il livello di liquidità, la redditività. Per quanto riguarda le informazioni di carattere qualitativo più rilevanti, parliamo di assetto giuridico e societario dell’impresa, sistema di governance, presenza di competenze finanziarie sviluppate dal management, presenza di sistemi di controllo interni, qualità del management, presenza di piani industriali e strategie commerciali, fattori di rischio.
Vengono valutate la dimensione geografica del mercato, il numero e la tipologia dei concorrenti d’impresa, il numero e la stabilità dei clienti, la quota di mercato posseduta, i prodotti con cui l’impresa è presente nel mercato, l’utilizzo di un marchio proprio, la distribuzione diretta o indiretta dei propri prodotti. Ovviamente il rating non è affatto immutabile.
Il rischio di credito può essere attenuato grazie al ricorso a strumenti quali garanzie, che rappresentano una diminuzione del requisito patrimoniale.
I Confidi sono essenziali in questo ambito, in quanto organismi senza scopo di lucro che svolgono l’attività di garanzia dei fidi e favoriscono l’accesso al credito bancario alle PMI a condizioni migliori di quelle che potrebbero ottenere in autonomia. I Confidi assicurano una maggiore trasparenza nel rapporto tra banca e impresa, si qualificano come importanti strumenti di politica industriale.