IL "CRACK" DELLA PARMALAT
Tutti in Italia conosciamo la Parmalat e i suoi prodotti, facilmente reperibili nell’ambito della grande distribuzione. Non tutti, però, conoscono in maniera approfondita la storia del suo crack finanziario, avvenuto nel dicembre del 2003, e considerato ad oggi il più grande fallimento aziendale europeo.
Il 9 dicembre 2003, Il fondatore di Parmalat SpA è stato condannato a 18 anni di carcere per aver determinato il crollo economico-finanziario di questo gigante alimentare italiano. La vicenda è annoverata tra i grandi fallimenti aziendali a livello europeo. Ma vediamo brevemente qui di seguito i fatti più importanti legati a ciò che viene ormai universalmente denominato come “crack Parmalat”.
La Parmalat è crollata alla fine del 2003 con un buco di bilancio di 14 miliardi di euro (18,6 miliardi di dollari) nei suoi conti. La crisi è scoppiata apertamente nel dicembre 2003, quando il brand ha dichiarato che il conto bancario di circa 4 miliardi di euro detenuto da un'unità delle Isole Cayman non esisteva, costringendo così la direzione a chiedere la protezione del fallimento e innescando un'indagine per frode criminale. Nonostante il rating di credito investment grade dell'azienda, per mesi si è temuto che Parmalat non riuscisse a spiegare perché non aveva utilizzato la liquidità presente in bilancio per ridurre il debito.
Vi sono stati due processi principali sul crollo di Parmalat, uno nella capitale finanziaria italiana Milano e l'altro a Parma, vicino alla principale sede del gruppo. A Milano, Tanzi è stato condannato a 10 anni di carcere per manipolazione del mercato e per aver ostacolato i regolatori del mercato. Egli in seguito ha fatto ricorso contro la sentenza. A Parma, è iniziato un processo nel marzo 2008 che si concentra sulle accuse di bancarotta fraudolenta e cospirazione criminale all'interno di Parmalat. Un totale di 56 persone è stato coinvolto nel caso, ma la maggior parte di esse ha cercato un patteggiamento o un processo accelerato o ha fatto cadere le accuse.
Questa vicenda, ad oggi ancora ampiamente analizzata e dibattuta (al punto da diventare un vero e proprio case study di riferimento), è un chiaro esempio di come la scorrettezza e l’avidità in ambito aziendale, unite alla complicità da parte di altri individui, possano portare guai enormi ad attività imprenditoriali o a gruppi aziendali già ampiamente affermati.