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Ottobre 2021

ANALISI DI BILANCIO

By | economia-finanza | No Comments

cos’è un’analisi di bilancio: è uno strumento molto utile per ridurre i tempi di valutazione di un’azienda, specie se ci si appoggia a siti che forniscono servizi ad hoc come Leanus poiché, avendo un database in costante aggiornamento, forniscono delle fotografie precise e in linea con la realtà della situazione economico-finanziaria di un’azienda. L’analisi di bilancio comprende il profilo economico, patrimoniale, finanziario, gli indici di bilancio, gli indicatori della crisi, i KPI settoriali, il DSCR, il fido consigliato e la capacità di indebitamento, la fascia MCC e la centrale rischi. L’analisi di bilancio è strettamente legata alla contabilità finanziaria aziendale.

L’analisi può essere statica o dinamica, a seconda che si basi sullo studio di indici e margini o flussi. L’analisi parte dall’individuare se l’azienda sia in positivo, e quindi se i ricavi riescono a coprire i costi. Bisogna inoltre tenere conto del tempo richiesto dalla produzione per la creazione del bene e del tempo di incasso, in modo da poter stabilire la grandezza del fatturato. È importante dotarsi di più analisi di bilancio per ottenere un quadro il più completo possibile. “Si comincia indicando il fatturato da cui detrarre i costi delle materie prime e dei servizi, ottenendo così il valore aggiunto. Da questo si tolgono i costi del personale, da cui risulta il margine operativo lordo (MOL), che senza gli accantonamenti restituisce il valore corrispondente del margine operativo netto. Infine si ottiene l’utile operativo, vale a dire l’EBIT, dove non sono considerate tasse o interessi, che una volta sottratti genereranno l’utile netto.”

Aqma nel 2020 ha registrato un trend di crescita nettamente positivo.


 

IL WORKING CAPITAL

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In seguito alla crisi del 2008, l’erogazione del credito nei confronti delle aziende si è contratta notevolmente e anche il rating delle società ha subìto un grave peggioramento; tuttavia al contempo si sono dilazionati i tempi di pagamento, evento che ha reso necessaria una sempre maggiore disponibilità di working capital.

Il capitale circolante è un palese indice del benessere di un’azienda, ed è il risultato della differenza fra i flussi di attività (crediti verso clienti, rimanenze finali, cassa, ratei e risconti attivi) e quelli di passività (debiti verso fornitori, debiti di natura operativa, ratei e risconti passivi) che vengono fronteggiati a breve termine da un’impresa.

Una corretta gestione del working capital è fondamentale per aumentare le disponibilità di cassa ed è ottenibile seguendo diverse modalità, come ad esempio rivolgendosi ai fornitori per ottenere una scontistica più elevata in caso di ordini più consistenti, oppure la richiesta di dilazione del pagamento. Il problema sussiste appunto nel momento in cui vi è un significativo sfasamento di tempistiche che intervengono nell’incasso del credito da parte dell’azienda e nel pagamento del debito presso il fornitore.

PIATTAFORME DI RACCOLTA ED ELABORAZIONE DATI PER VALUTAZIONI AZIENDALI

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Piattaforme di raccolta ed elaborazione dati per valutazioni aziendali:

Cribis d&b: fornisce business information su aziende italiane e opera in italia dal 1988, sottocategoria di dun e bradstreet. Reperibili informazioni sulla solidità dei partner commerciali, sulla valutazione del rischio, dati legali, protesti, pagamenti, eventi legali, conto economico, annualità di bilancio, ecc. Ecco i dati che vengono forniti: d&b failure score: probabilità che l’azienda cessi l’attività lasciando obbligazioni non pagate; rating: indicatore di affidabilità commerciale; delinquency score: probabilità di pagamenti con ritardo; fido: affidamento massimo consigliato; paydex: performance storica dei pagamenti verso i fornitori Ci sono diverse tipologie di report a seconda dei dati necessari e del costo che si vuole sostenere: Plus: rapporto completo, conviene comparazione settoriale e trend, 5 annualità di bilanci, indici, paydex, delinquency score, rating, fido, failure score Report: fotografia attuale dell’azienda con 3 annualità di bilancio, paydex, delinquency score, rating, fido, failure score Compact: contiene paydex, delinquency score, rating, fido, failure score MF centrale risk serve alle aziende che vogliono migliorare il PROPRIO rating affinché possano ricevere più facilmente fidi e prestiti. Si occupa di analizzare mensilmente la centrale rischi dell’azienda/gruppo d’azienda che ne richiede il servizio con gli occhi della banca. Comprende le eventuali tensioni finanziarie presenti, le durate residue dei finanziamenti, gli insoluti sui cediti anticipati, l’andamento di sconfini, ecc.  Allinea gli interessi fra cliente e banca, consente anche di ridurre il tasso di interesse applicato ai fidi. MFNOCRISI è una piattaforma di monitoraggio che cerca di anticipare e analizzare gli indici di una possibile crisi aziendale, avvisa preventivamente circa futuri fabbisogni e incremento di affidamenti, analizza le anomalie presenti sui dati CR e avvisa con alert. LEANUS: piattaforma che consente di accedere ai dati di bilancio delle aziende e analizzarli, calcola il profilo di rischio e il rating del Medio credito centrale e la confronta con il benchmark, può essere utilizzata per elaborare dei business plan. Consente di scaricare i bilanci direttamente da fornitori nazionali e internazionali di business information, consente di salvare modelli personalizzati. CERVED: fornisce dati che consentono alle aziende di proteggersi dal rischio. Offre dei dati di ricerca che siano di supporto alla azienda per la crescita nel medio e breve periodo. i servizi erogati sono di Risk intelligence: rischio di credito, finanza agevolata, real estate, “Anticipiamo i trend di mercato e formuliamo previsioni che contribuiranno a indirizzare le scelte e le azioni da intraprendere, limitando i mancati pagamenti, le frodi e il rischio di credito”; marketing intelligence: market intelligence, sales intelligence, digital marketing, advanced analytics, digital academy, “pianificazione e nella realizzazione di strategie commerciali e di marketing più intelligenti e più efficaci per centrare tutti i tuoi obiettivi di business dei nostri clienti”; credit management: crediti imprese, banche, servizi legali, gestione beni.
 

I COVENANTS

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Nel caso di investimenti che contemplano un apporto di capitale finanziario erogato dal finanziatore presso un’azienda, si riscontra talvolta la necessità di ricorrere a clausole contrattuali definite covenants. Il termine deriva dal francese antico “covenant” e strizza etimologicamente l’occhio al concetto di convenzione, promessa. I covenants infatti non sono altro che delle clausole stabilite ex-ante che però regolano scenari ipotetici che possono verificarsi ex-post la stipula del contratto e intervengono, come argine o come incentivo, nella prosecuzione del rapporto fra le parti, in base all’avvenimento di determinati accadimenti. Il contratto, che viene generalmente osservato come un punto di riferimento fisso e marmoreo, può quindi mutare, perché le stipule stesse lo prevedono, consentendo al finanziatore la possibilità di effettuare delle modifiche sulle condizioni che regolano il finanziamento. Circa il beneficio o meno che si può trarre dall’inserimento di queste specifiche, la letteratura economica si divide, poiché cruciale è la prospettiva d’osservazione del fenomeno. Da un lato manca una regolamentazione contrattuale standard che sia effettivamente in grado di proteggere adeguatamente chi apporta i fondi da situazioni che, di per sé, non sono di facile previsione, visto che richiedono uno studio accurato e personalizzato, e di conseguenza l’investitore si trova scoperto e senza un paracadute di protezione. Dall’altro lato, tuttavia, un’altra prospettiva potrebbe suggerire che solo il socio industriale ha effettivamente a cuore lo sviluppo dell’azienda ed è disposto a correre dei rischi che, invece, il partner finanziario rifiuta, essendo esterno alla compagine societaria e decisamente meno coinvolto nelle scelte di gestione che vengono attuate quotidianamente in azienda. Un punto di incontro potrebbe essere raggiunto proprio nel mezzo: il creditore, essendo meno emotivamente coinvolto, ha talvolta la capacità di effettuare delle scelte scomode che, in casi in cui si assista alla verifica di performance deludenti, potrebbero rivelarsi l’elemento in grado di tenere in piedi tutta quanta la struttura. Al contrario è giusto che la spinta propulsiva resti nelle mani del socio industriale quando i tempi sono favorevoli: la creatività e l’assunzione del rischio sono fondamentali per consentire alla società di ottenere un salto di qualità non indifferente. L’utilizzo dei covenants può anche risultare un sistema che argina fenomeni di opportunismo personale che tendono a verificarsi quando non c’è controllo della gestione manageriale, ove il manager tende a favorire i propri benefici personali a scapito del valore del debito. Le macrofamiglie di riferimento possono essere riconducibili a tre tipologie di covenants principali, ovvero positive covenants che obbligano a fare qualcosa, negative che impediscono di fare qualcosa e i financial covenants. Fermo restando che queste clausole entrano appunto solo in vigore “in extremis”, ovvero in situazioni eccezionali, sia con accezione positiva che negativa, si possono distinguere diverse tipologie di covenants. Eccone alcune a titolo esemplificativo: -Financial covenants. Sono clausole che intervengono nel caso in cui l’azienda non riesca a restare entro parametri economico-finanziari pattuiti in precedenza e rendono possibile la ridefinizione delle condizioni del prestito. -Covenants informativi, che integrano gli obblighi standard di comunicazione, rendendoli più capillari. -Covenants restrittivi che limitano il potere del debitore di prendere decisioni come la contrazione di nuovi debiti o la possibilità di effettuare taluni investimenti, per limitare il rischio che ciò comporta. -Covenants di default che possono intervenire sulle condizioni del prestito sino anche alla riscossione anticipata del credito in caso di casistiche particolari, come la presenza di istanze di fallimento. Essendo clausole specifiche che intervengono in casi-limite, ne deriva l’importanza dello studio che dev’essere effettuato a monte per poter definire con cura e criterio quali siano i parametri di cui tener conto, che non possono assolutamente essere standard proprio perché intervengono in scenari “atipici”, e che vanno personalizzati capillarmente caso per caso, in modo tale da fornire la soluzione più adatta che garantisca un problem solving che sia il più efficiente possibile e tuteli sia la parte debitrice che quella creditrice.