N26 E LA RIVOLUZIONE DEL PAPERLESS
Ogni epoca porta con sé uno spirito rivoluzionario, che si manifesta in modi molteplici, sorprendenti e sempre imprevedibili. Questi anni ci hanno spinto verso una fortissima digitalizzazione, che ha coinvolto non solo il settore finanziario, ma anche quello umano, sociale, artistico e produttivo. Ora la presenza non è un prerequisito fondamentale.
Possiamo incontrarci via Skype, comprare azioni a Tokyo stando comodamente sul divano di casa nostra, seguire vicende dall’altra parte del mondo in tempo reale.
Il patrimonio, la ricchezza, che prima constava di demani, ettari di coltivazioni e persino bestiame oggi è…virtuale. Persino il denaro, fatto di metallo è carta adesso è disponibile in una nuova versione: paperless, smaterializzato, intangibile.
Nel 2013 due ragazzi tedeschi, due giovani visionari, hanno creduto fermamente in un progetto: l’esigenza di poter portare la propria banca in tasca, nel proprio smartphone. Niente code infinite agli sportelli, bensì soddisfacimento istantaneo di ogni esigenza: una vera e propria rivoluzione, sia per i privati che per le aziende.
Erano necessari però ingenti investimenti, perché la visione e l’intuizione c’erano, ma andava costruita una tecnologia in grado di compiere tutte queste procedure in un click, senza che l’utente finale si accorgesse di tutti i processi che avvenivano in background.
Nonostante il clima poco favorevole, causato dalla recente crisi subprime, gli investitori hanno creduto anch’essi nel progetto, nella snellezza di dinamica che comportava il liberarsi dall’onere fisico di una banca (sedi, dipendenti, sportelli, ATM) e nel vantaggio insito del progetto: quasi tutti siamo in possesso di un cellulare, e nella maggior parte dei casi supporta una connessione internet e consente l’utilizzo di app.
E il gioco è fatto: gli stessi utenti finali diventano la banca, come delle tartarughe che portano con sé la propria casa, ogni giorno portiamo con noi stessi un mondo intero in tasca.
L’esperienza con N26 è fluida, semplice, piacevole. Così tanto che è stato proprio questo il fattore determinante nell’ingente diffusione che ne è conseguita: l’interfaccia si fa voler bene, ed è scevra da complicazioni che spesso sono parte costituente dell’home banking “classico”. I due ragazzi tedeschi avevano capito che semplicità e immediatezza erano le parole chiave e dominanti nel panorama contemporaneo.
Come se l’implemento grafico e di user experience non siano sufficienti, il conto base è a canone zero, e N26 offre ovviamente servizi diversificati per utenti business o privati, migliorando ancora di più l’esperienza, estremamente personalizzabile, fatta su misura.
La genialità sta nell’aver colto che ad oggi non è la sostanza delle cose a fare la differenza (ogni banca consente di effettuare bonifici, prelievi e pagamenti) ma il vero punto di svolta sta nel come si fanno le cose e soprattutto in quanto tempo, questo l’elemento discriminante.
In un mondo che corre sempre più, con auto e treni iperveloci e cambiamenti repentini, siamo meno pazienti che in passato. Che ciò comporti un’evoluzione o una involuzione è una considerazione superflua, ma resta un dato di fatto.
Vogliamo la rivoluzione? Sì.
Quando la vogliamo? Adesso.
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